Il romanzo si apre con un lungo racconto sulla giovinezza di Mattia Pascal: sfaccendato bibliotecario di un ipotetico paesino ligure, egli infatti vive una giovinezza fortuita e imprevista. Il suo stesso matrimonio risulta essere imprevisto, cui finisce obbligato dalla sua eccessiva disponibilità alle evenienze del caso. E sarà ancora il caso a sottrarre Mattia alle odiate moglie Romilda e suocera vedova Pescatore: un eccezionale vincita a Montecarlo e poi, uno sbaglio di cadavere nel quale egli viene riconosciuto, lo rendono improvvisamente ricco e "libero". Mattia decide infatti di non ritornare più a casa e di rinascere come Adriano Meis. Dopo un lungo viaggiare, Adriano decide di sostare a Roma dove decide di affittare una camera in una casa. Qui fa la conoscenza di Anselmo Paleari, padrone di casa, Terenzio Papiano, suo cognato, Adriana, la figlia, e della signorina Caporale, altra inquilina. Adriano si innamora subito di Adriana con la quale ha anche una piccola relazione e intanto si fa operare all'occhio strabico per eliminare l'imperfezione. Durante il suo soggiorno a Roma però, Adriano scopre a poco a poco gli svantaggi di questa sua apparente "libertà": prima decide di comprarsi un cagnolino ma poi pensando alla tassa che avrebbe dovuto pagare rinuncia all'acquisto, poi subisce un furto ma non lo può denunciare essendo lui anagraficamente morto, infine viene sfidato a duello ma non vi può partecipare. Tutto ciò alla fine contribuisce a spingere Adriano Meis a uccidersi per ritornare ad essere il vecchio Mattia Pascal. Tornato a Miragno, quindi, tra la sorpresa dei parenti, scopre che la moglie si era risposata e aveva avuto una figlia: così, pur avendo la possibilità di riprendersi la moglie e di far annullare il matrimonio decide di lasciar perdere e rimanere in quella condizione in cui era, né vivo né morto.
Descrizione dello spazio e del tempo: La narrazione dell'autore in realtà inizia dalla giovinezza di Mattia Pascal anche se in realtà il racconto vero e proprio ha la durata di due anni. L'autore per narrare la vicenda non fa uso di alcun intreccio. La scena si sposta spessissimo, e talvolta non viene neanche descritto il luogo ma vengono solo elencate le località toccate da Mattia Pascal nel suo viaggio da uomo "libero" (Venezia, Colonia, Mannheim, Worms, Magonza, Bingen, Coblenza, Milano, Roma, Padova, Venezia, Ravenna, Firenze, Perugia, ecc.). I luoghi sui quali l'autore si sofferma più a lungo sono sicuramente Miragno e Roma, sebbene non si possa dire che l'autore faccia uso di lunghe descrizioni per rappresentarli. Nello svolgersi della vicenda prevale la presenza di spazi chiusi a quella di ambienti aperti.